Intervista a Francesco Fossi
Data:
30 Settembre 2011
E’ cresciuto, Francesco. Senza fretta, ha compiuto il suo cammino passo dopo passo, iniziando nel 2000, ad appena dodici anni, alla Società Canottieri “Firenze”, felice intuizione del padre Marco, dirigente alla soprintendenza del Polo Museale Fiorentino ed ex canottiere, che attraverso lo sport del remo sperava di far fare un po’ di attività a quel ragazzino paffuto e con i riccioloni biondi.
Francesco, raccontaci un po’ il tuo approccio con la Canottieri: quando tuo padre ti propose di provare il canottaggio, i tuoi primi tempi in società…
Ho iniziato a fare canottaggio nel 2000 quasi per gioco, piano piano, prima nel settore giovanile, poi nella squadra agonistica. Ci ho preso gusto e ho capito che poteva essere lo sport giusto per me. Poi era veramente divertente andare “alla Canottieri,” perché si era creato un gran bel gruppo, e questo penso sia stata la chiave di volta che mi ha fatto scegliere il canottaggio prima come passione poi come lavoro.
A quel punto dentro Francesco è scattata una molla, che in una decina d’anni lo ha trasformato da ragazzino paffuto in quel colosso di due metri per quasi cento chilogrammi di peso. In mezzo dieci anni di successi, molti dei quali siglati vestendo i colori biancorossi del club remiero del Ponte Vecchio: una decina di titoli italiani (la perla nel 2007, oro agli Assoluti in due con con Michele Michelotti e il timoniere Andrea Marcaccini, un tricolore che nella bacheca della “Firenze” mancava dal 1985), un oro (quattro con Under 23 2008) e due argenti (quattro con Junior 2005 e 2006) iridati.
2000-2008: anni di tanti successi in Italia e nel Mondo firmati con il body della “Firenze”. Quali sono i traguardi, tra quelli raggiunti con la maglia biancorossa, che porti particolarmente nel cuore?
Sicuramente il campionato mondiale in quattro con Junior ad Amsterdam nel 2006: arrivammo secondi facendo una bellissima gara, con una barca composta totalmente da ragazzi della Canottieri “Firenze” (gli altri erano Massimiliano Landi, Francesco Baldi, Francesco Zombi ed il timoniere Andrea Marcaccini, n.d.r.). E’ stata veramente una cosa stupenda preparare il campionato del mondo con quelli che tuttora sono alcuni dei miei migliori amici. Mi ricordo la sera prima della gara la riunione con il nostro allenatore, Luigi de Lucia (tecnico di quella barca e della Canottieri “Firenze”, che cercava di farci star calmi mentre noi eravamo veramente eccitati. Poi i vari campionati italiani che preparavamo in ritiro estivo a Punta Ala… Sono emozioni che quando sei Senior non hai più, anche se gli obbiettivi crescono e gli ostacoli si moltiplicano, l’approccio alla gara cambia totalmente, é più “scientifico”, mentre da ragazzino veramente tutto é possibile.
Poi sul finire del 2008 il passaggio al cosiddetto professionismo, con l’ingresso nel gruppo sportivo delle Fiamme Gialle. Lì Francesco raggiunge nuovi traguardi, a livello nazionale e internazionale (vince sul quattro senza il Mondiale Under 23 nel 2010 dopo che l’anno prima sul quattro con è ancora una volta d’argento), e diventa un pilastro della Nazionale Senior.
Fiamme Gialle: quando hai capito che era il caso di passare al, tra virgolette, professionismo? E nel passaggio, cosa è significato per te passare da essere “il Fossi” a Firenze al diventare uno tra tanti campioni a Sabaudia?
Passare alle Fiamme Gialle vuol dire entrare nel canottaggio dei campioni, potersi allenare con persone che hanno vinto Olimpiadi, che sono al top della Nazionale é il miglior modo per crescere. A Luigi De Lucia sarò sempre grato perché mi ha insegnato non solo la tecnica, ma soprattutto la cultura dell’allenamento, la consapevolezza del fatto che per far risultato ti devi allenare tanto, e comunque non é scontato che tu lo ottenga. A Sabaudia sto cercando di sfruttare questa mia marcia in più e migliorare il più possibile. Con le Fiamme Gialle ho la possibilità di esprimermi al massimo e continuare la mia passione per uno sport che senza i corpi militari difficilmente potrebbe continuare a esistere a così alto livello.
Dall’esordio in azzurro contro i grandi targato 2007 (sesto ai Mondiali a Monaco sul quattro con, unica rassegna iridata assoluta disputata per la Canottieri) a oggi sono passati altri tre Mondiali Assoluti e tre Europei Assoluti.
E fino a quest’anno era sempre mancata la zampata, il segno indelebile sugli almanacchi, in bacheca, e soprattutto nel cuore: ai Mondiali dopo il sesto posto dell’esordio viene bissato nel 2009 sull’otto e nel 2010 sul quattro senza; agli Europei nel 2009 è quinto sull’otto e nel 2010 quarto sul quattro senza.
Fino a quest’anno, quando prima ai Mondiali di Bled, in Slovenia, arriva sì il suo peggior risultato dal punto di vista del piazzamento, decimo, ma in pratica il migliore della sua carriera, perché coglie il pass per il suo quattro senza per i Giochi Olimpici di Londra 2012 (si qualificano in undici), e poi agli Europei di Plovdiv, in Bulgaria (conclusisi appena domenica scorsa), con il medesimo quattro senza si mette al collo la prima medaglia assoluta a livello internazionale per lui, il bronzo conquistato alle spalle di Grecia e Bielorussia.
In due settimane qualificazione olimpica e primo metallo internazionale a livello assoluto, agli Europei, entrambi traguardi raggiunti con il quattro senza. Non ti chiedo cosa si prova, possiamo immaginarcelo. Più che altro, negli anni della tua crescita remiera sei spesso passato sì per un talento, ma in grado di far camminare solo barche meno tecniche, come due con e quattro con. Poi negli ultimi due anni i successi sulla barca degli Dei. Cosa ti senti di dire a chi ti aveva bollato come uno che faceva camminare solo le barche col bambino?
Eh eh eh, tutto vero! Nei settori giovanili la differenza tra barche di specialità olimpica e non olimpica é molto poca, e sicuramente da Junior essere più forte degli altri mi facilitava molto su barche con il timoniere per il rapporto peso/potenza, quindi facevo le barche dove ero più forte. Da Senior sono migliorato molto tecnicamente e sto cominciando a esprimermi bene anche in quattro senza e due senza. A quelli che mi dicevano che facevo camminare solo le barche col timoniere li ringrazio per non avermi fatto adagiare sulle facili vittorie che ottenevo battendoli…
Ecco, è in queste ultime settimane che Francesco Fossi si è probabilmente reso conto di essere cresciuto, grazie alla qualificazione olimpica ed alla prima medaglia assoluta conquistata in una kermesse internazionale. Da ragazzino a promessa fino ad atleta maturo sul quale poter contare per far viaggiare le barche della flotta azzurra. E’ cresciuto Francesco Fossi, partendo da Firenze e dalla Canottieri: un club e una città che non vedono l’ora di poterlo ammirare mentre solca le acque del bacino olimpico di Eton contro i più grandi della storia del canottaggio.
Ufficio Stampa Comitato FIC Toscana – fonte: SC Firenze –
Ultimo aggiornamento
30 Settembre 2011, 00:00